Il first responder |
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Il ruolo assunto dal cittadino nel tempestivo riconoscimento delle situazioni di pericolo e nell’attivazione del sistema di soccorso è essenziale per garantire il successo del soccorso professionale.
Gli Operatori delle Centrali Operative della Liguria, grazie al Sistema MPDS, guidano telefonicamente i cittadini nelle prime manovre di primo soccorso.
Sicurezza Tutti i soccorritori (occasionali, volontari, professionisti) devono prestare particolare attenzione alla presenza di eventuali situazioni pericolose che si trovano sul luogo dell’evento. Il primo dovere di ogni soccorritore è verso se stessi nell’assicurare la propria incolumità. Un ambiente non sicuro può porre in grave pericolo le persone disattente. Rianimazione cardiopolmonare Personale adeguatamente formato è in grado di riconoscere precocemente i segni di un arresto cardiaco ed attivarsi di conseguenza, eseguendo immediatamente le manovre di rianimazione cardiopolmonare (RCP) indispensabili per ritardare i danni cerebrali da mancato apporto di ossigeno. La rianimazione cardiopolmonare di base non prevede l’utilizzo di attrezzature sanitarie né di farmaci e sono manovre che tutti possono imparare, potendo così prestare soccorso nel caso si verifichi un’improvvisa cessazione dell’attività del cuore o dei polmoni. L’obiettivo principale della rianimazione cardiopolmonare di base è quello di prevenire i danni anossici cerebrali attraverso semplici gesti che consistono nel mantenere la pervietà delle vie aeree, assicurare lo scambio di ossigeno con la ventilazione e sostenere il circolo con il massaggio cardiaco esterno. La cessazione improvvisa ed inaspettata della funzione cardiaca è un evento denominato “morte cardiaca improvvisa”, che uccide ogni anno una persona su mille: è una situazione drammatica che, improvvisamente, può colpire soggetti apparentemente in buona salute (o che non sanno di essere malati), spesso senza alcun segno premonitore. Già dopo 8-10 minuti di assenza di circolazione il cervello subisce danni che non gli permettono più di tornare a funzionare normalmente, anche se riusciamo a far riprendere al cuore la sua attività. In questi primi 10 minuti, è fondamentale che chi è presente al momento dell’arresto cardiaco intervenga rapidamente praticando la RCP, che per mezzo di due manovre principali, riesce a fornire dall’esterno l’ossigeno in grado di mantenere vitale il cervello. La sopravvivenza in caso di arresto cardiaco dipende dalla realizzazione della corretta sequenza di una serie di interventi: la catena della sopravvivenza è costituita da 4 anelli concatenati tra loro: la mancata attuazione di una delle fasi porta inevitabilmente all’interruzione della catena riducendo in modo drastico le possibilità di portare a termine con esito positivo il soccorso. Il personale delle Centrali 118 della Liguria è addestrato a far eseguire le manovre di rianimazione cardiopolmonare di base al chiamante anche senza alcuna preparazione in modo da massimizzare la sopravvivenza dei pazienti colpiti da arresto cardiaco. Allegato: opuscolo della regione Defibrillazione precoce La defibrillazione tempestiva è uno dei fondamentali anelli della catena della sopravvivenza in caso di arresto cardiaco. Convertire una fibrillazione ventricolare ad un ritmo efficace in tempi ridotti può ridare la vita ad una persona colta da arresto cardiaco improvviso con esiti minimi o totalmente assenti. Il DAE (Defibrillatore Automatico Esterno) è un apparato in grado di identificare la necessità di erogare una scarica elettrica, applicata dall'esterno del torace, per ottenere una defibrillazione ed il ritorno ad un ritmo efficace. I moderni software di gestione dei defibrillatori sono in grado di valutare e comparare tra loro tracce ECG anche complesse definendo il tipo di eventuale aritmia con margini d'errore bassissimi, sono pertanto in grado di riconoscere una FV o una TV senza alcuna possibilità d'errore. Controllo delle emorragie Controllare una emorragia esterna risulta spesso fondamentale per evitare una eccessiva perdita di sangue, lo shock ipovolemico e, a volte, anche la morte del paziente. Pressione diretta L'applicazione manuale di pressione sulla ferita costringerà i piccoli vasi a chiudersi, aiutando a interrompere qualsiasi flusso di sangue. Lo stesso paziente può autoapplicarsi pressione direttamente sulla ferita, se il suo livello di coscienza lo permette. Idealmente si dovrebbe mettere una barriera, come garza sterile, poco aderente, da inserire tra la mano che applica la pressione e la ferita, per ridurre il rischio di infezione ed aiutare la chiusura della ferita. Si consiglia alle persone che assistono il paziente di usare sempre guanti protettivi per ridurre i rischi di infezione o contaminazione sia della ferita che del soccorritore. La pressione diretta risolve con una semplice manovra la maggior parte delle emorragie. L'utilizzo del laccio emostatico è da sconsigliarsi perché l'applicazione non corretta di questo dispositivo può causare danni più gravi dei benefici che l'applicazione comporta. Inoltre la maggior parte delle emorragie può essere controllata esercitando pressione direttamente sulla ferita. In molte situazioni, il laccio emostatico è il metodo ultima risorsa per il controllo dell'emorragia in emergenza dal momento che viene fermato tutto il flusso di sangue al di sotto della parte distale all'applicazione del laccio, e dunque può di conseguenza uccidere il tessuto, portando ad un'eventuale perdita dell'arto a cui viene applicato. Soffocamento da corpo estraneo Il soffocamento da corpo estraneo è un’emergenza frequente e che necessita di un intervento il più precoce possibile. La manovra di disostruzione, nota come manovra di Heimlich, risulta spesso risolutiva quando praticata precocemente da parte delle persone accanto al paziente. Di fronte ad una persona che sta soffocando, per la presenza di un corpo estraneo nelle prime vie aeree, ricordatevi che la tosse provoca un aumento di pressione all’interno delle vie aeree che è superiore a quello causato da qualsiasi manovra, quindi se il paziente è cosciente, con ostruzione parziale, stimolatelo a tossire. Nel caso che la tosse si riveli inefficace o di fronte ad una ostruzione totale (il paziente non respira, non tossisce e non emette suoni) la manovra di Hemlich è una manovra salvavita. Tale manovra consiste in una compressione addominale a livello dell’epigastrio, in direzione del diaframma. L’aumento brusco della pressione sottodiaframmatica si propaga al torace e produce una spinta verso le vie aeree superiori e può dislocare e fare espellere il corpo estraneo. Si applica sugli adulti e sui bambini al di sopra di un anno di età. Ecco come procedere:
Tentativi di dislocazione del corpo estraneo alla cieca, con il dito introdotto in faringe e azionato a uncino hanno poche probabilità di successo e possono forzare il corpo estraneo in posizione più profonda ed aggravare il quadro clinico del paziente. |